VENERDI 27 OTTOBRE 2019 ore 20:00
«Qual gioia inondava mai il mio cuore quando sentivo che la buona mammina nell’uscire di casa diceva alla sorella maggiore: “conduciamo i bambini alla spiaggia” …. Giuntivi [……] mi attraeva uno scherzetto che la sorellina Domenichina soleva fare: la piccola bimba aff acciandosi al loggione della spiaggia si divertiva nel lanciare in fondo alle acque delle pietruzze e alle volte anche dei confetti. Il mare accettava tutto ugualmente … Pensavo che quel semplice scherzetto era una pallida immagine della bontà di Dio! Oh! come questa accoglie con amore tutte le anime che generosamente si lanciano in essa restando preda dall’amore… » (Scritti p. 138)
Nei suoi scritti la Beata Elia si è paragonata ad uno strumento musicale,
un’arpa, un violino, uno strumento docile e sapientemente suonato
dalle mani dell’“artista divino”... Le corde di quest’arpa vibrano della
bontà infi nita di Dio e invitano tutti ad entrare nella divina armonia.
Ancora bambina, la futura Beata Elia osservava aff ascinata che “il
mare accettava tutto ugualmente”: forse sull’onda di queste primissime
intuizioni il mare verrà da lei sempre associato alla infi nita Misericordia
di Dio che tutti accoglie e tutto perdona.
Ma oggi non possiamo non essere colpiti da un’altra immagine di
grande attualità: quel mare che accettava tutto, confetti o sassolini
indiff erentemente, è lo stesso identico mare che oggi - sotto il nostro
sguardo sgomento - ingoia drammi di disperazione, di povertà, di
solitudine estrema. Più che mai dunque questo nostro mare deve
richiamarci alla mente la Misericordia divina, non solo nei suoi aspetti
consolatori ma anche come “scossone” alle nostre coscienze, come
invito pressante a diventare noi stessi misericordia e accoglienza, là
dove e come possiamo, nel piccolo gesto quotidiano, nell’adottare
comportamenti di equità e giustizia, nel cercare di capire anziché
giudicare.
Mons. Alberto D’Urso V. Postulatore Causa di Canonizzazione
della Beata Elia di S. Clemente